
Siamo diversi nel pensare e comunicare, nel modo in cui sentiamo e gestiamo le emozioni. Differiamo nei desideri, nelle azioni e nell’approccio agli altri e alla vita. Spesso, queste differenze ci lasciano perplessi. Non le vediamo come espressione di una naturale diversità, ma pensiamo che l’altro si comporti in modo strano, che ci sia qualcosa di sbagliato, che sia stupido o abbia un problema con noi. Queste differenze possono generare confusione, frustrazione, delusione, vergogna, senso di inadeguatezza, chiusura e rabbia, minando il nostro benessere. Cerchiamo di cambiare l’altra persona, di correggere quelli che consideriamo difetti, come un moderno Pigmalione che scolpisce l’ideale partner, figlio, collaboratore o genitore a sua immagine. Ma queste aspettative sono destinate a deluderci. Spesso ci chiediamo: Perché non può essere più simile a noi? Qualsiasi tentativo di cambiare gli altri è destinato a fallire e porta sofferenza. Sebbene le sfide siano inevitabili, molto dolore è autoindotto dal nostro modo di pensare, parlare, sentire e agire, soprattutto nel relazionarsi con noi stessi e gli altri. Le differenze nelle relazioni sono invece un valore. La natura è piena di diversità: un prato fiorito con mille colori e profumi, le sfumature di verde di un bosco, la varietà di coralli e conchiglie. Chiedere a qualcuno di cambiare e diventare simile a noi è impossibile e inutile. Una rosa non può diventare un giglio, né un pesce un uccello. Esigendo che gli altri diventino come noi, rischiamo di allontanarli dalla loro essenza e bloccare i loro talenti, generando risentimento. Il loro cambiamento sarebbe una distorsione, non un vero mutamento. Se la rosa diventasse un giglio, perderebbe il suo profumo. E se avessimo intelligenze diverse? Se gestissimo lo stress, esprimessimo creatività e prendessimo decisioni in modi differenti? Se avessimo un rapporto col tempo diverso? Se la comunicazione, il significato di parole, toni o gesti fossero differenti? Se i nostri stili di leadership e apprendimento fossero unici? Se ciò che ci motiva o rende produttivi fosse diverso? E se esistesse un modo per codificare queste differenze? Un traduttore che ci permetta di capire l’altro e dialogare facilmente? Piuttosto che trasformarci in qualcun altro, possiamo diventare la miglior versione di noi stessi e aiutare gli altri a fare lo stesso.
Il traduttore ve lo posso dare io!
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