Quando ero piccolo, ho sempre sentito parlare di crisi. Il concetto era talmente radicato nella società che sembrava una costante, una condizione perenne. Ricordo vividamente il 14 settembre 1979, quando decisi di cercare un lavoro. Avevo un obiettivo semplice: guadagnare qualche soldo e raggiungere una certa indipendenza dai miei genitori. Con mia grande sorpresa, il giorno successivo ero già assunto a tempo indeterminato. Eppure, il mantra che sentivo attorno a me rimaneva invariato: “la crisi”.

Riflettendo sul passato, mi accorgo di quanto siano evolute le dinamiche economiche e sociali nel tempo. Ciò che in passato veniva considerato una “crisi” appare oggi quasi come un’era di prosperità, se messo a confronto con le difficoltà e le sfide che affrontiamo attualmente. Nonostante tutto, esiste un elemento comune che collega il passato con il presente: la tendenza costante a lamentarsi. Da sempre siamo un popolo abile nel trovare il lato negativo anche nelle situazioni più vantaggiose, e il mantra che ci accompagna è sempre lo stesso: “la crisi” Pertanto è 40 anni che sento parlare che siamo “in crisi”.

Il Coraggio degli Imprenditori di Ieri

Gli imprenditori di una volta avevano una caratteristica distintiva: il coraggio. Non servivano grandi studi o sofisticate strategie; bastava avere intraprendenza e un minimo di capitale per avviare un’attività. E, quasi sempre, riuscivano a garantire almeno un piccolo stipendio per sé stessi e per i propri collaboratori. Certo, le regole e i vincoli erano diversi. La liberalizzazione, pur portando innovazione, ha anche generato una competizione spesso insostenibile.

Un esempio lampante è la mia città. In Piazza Primo Maggio, che si percorre a piedi in appena quattro minuti, ci sono ben cinque bar o ristoranti. Nella piazzetta vicina ce ne sono altri due. Due di questi bar sono addirittura muro contro muro, un’immagine quasi emblematica della sovrabbondanza di offerta rispetto alla domanda. La popolazione locale, peraltro, è calata negli ultimi dieci anni. Questo significa che gli imprenditori si stanno dividendo una torta già piccola in fette sempre più sottili.

La Lezione della Torta e della Pasticceria

Negli ultimi anni ho deciso di investire nello studio e nell’esperienza pratica. Ho collaborato con diverse aziende per osservare da vicino le dinamiche dei gruppi di lavoro, le interazioni tra le risorse umane e le strategie dei dirigenti. Questa scelta è nata da una riflessione ispirata dal titolo di un libro: “Se sai fare bene una torta, non vuol dire che puoi aprire una pasticceria”. Una verità semplice ma potente.

Essere un eccellente pasticcere non garantisce la capacità di gestire un’impresa. La gestione richiede competenze diverse: amministrative, contabili, normative, oltre alla capacità di guidare e motivare un team. Allo stesso modo, un bravo imprenditore non deve necessariamente mettersi a fare le torte. Ogni ruolo ha le sue specificità e richiede competenze uniche.

Il Valore dell’Osservazione

Osservando da vicino gli imprenditori italiani, ho avuto l’opportunità di apprendere una vasta gamma di lezioni preziose. Le loro decisioni, spesso guidate da fattori emotivi o intuizioni personali, influenzano profondamente le reazioni dei dipendenti e l’andamento complessivo dell’azienda. Questa esperienza mi ha spalancato un nuovo orizzonte, permettendomi di capire quanto sia fondamentale adottare un approccio che sia allo stesso tempo integrato e strategico, per garantire il successo nel lungo periodo.

Conclusione

Oggi, più che in passato, è essenziale investire non solo nel coraggio, ma anche nell’acquisizione di competenze e nella capacità di adattarsi ai cambiamenti. Ci troviamo in un contesto che richiede una visione ampia e chiara, competenze trasversali diversificate e la capacità di collaborare in maniera efficace con gli altri. Mentre il passato ci ha sempre sottolineato l’importanza dell’intraprendenza e dell’iniziativa personale, il presente ci insegna che solo un equilibrio ben bilanciato tra coraggio e conoscenza approfondita può assicurarci un futuro sostenibile e prospero.


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